L’area del Mausoleo di Sant’Elena, all’interno del possedimento imperiale definito nel
Liber Pontificalis come
ad duas lauros o
inter duas lauros, era interessata a partire dalla tarda età repubblicana da necropoli estese lungo l’antica via Labicana, l’attuale Casilina. Tra il II e il III sec. d.C. fu occupata dal cimitero degli
equites singulares, cavalieri della guardia imperiale, ma già al tempo delle persecuzioni i cristiani scelsero questa località per le tombe di alcuni martiri subito oggetto di venerazione.
Deliberatamente in questa zona, all’interno del
fundus vicino al palazzo imperiale del
Sessorium occupata da cimiteri di martiri, ma anche distruggendo la necropoli della guardia imperiale che egli stesso sciolse poiché schierata a favore di Massenzio, Costantino tra il 315 e il 326 d.C. realizzò la basilica circiforme in onore dei Santi Marcellino e Pietro, periti durante la persecuzione dioclezianea, e il mausoleo dinastico in cui sarà sepolta la madre Elena, secondo uno schema con il quale diede inizio alla cristianizzazione monumentale del suburbio.
A pianta circolare con diametro di oltre 20 metri, preceduto sul lato ovest da un atrio rettangolare originariamente collegato con il nartece della basilica, attualmente conservata solo al livello delle fondazioni, l’edificio presenta un basamento articolato internamente con nicchie alternativamente circolari e rettangolari in origine decorato da incrostazioni marmoree e una copertura a cupola decorata a mosaico comprensiva di due giri concentrici di anfore olearie iberiche, da cui il nome moderno di Tor Pignattara.
Presso la basilica si sviluppò lo straordinario impianto delle
catacombe dedicate ai
Santi Marcellino e Pietro considerate, per il ricco corredo di pitture per lo più risalenti al IV secolo d.C., una vera e propria pinacoteca dell’epoca.
La distruzione dell’edificio avvenne in un periodo collocabile presumibilmente tra l'XI secolo, epoca della traslazione del corpo di Sant’Elena, e il XII secolo, quando il suo sarcofago di porfido venne trasportato in Laterano. La proprietà imperiale si trasmise quindi alla chiesa di Roma, perpetuando così il potere che passò dallo stato all’autorità ecclesiastica. Infatti all’interno del mausoleo, nel XVII secolo, furono costruite la chiesetta dedicata ai Santi Marcellino e Pietro e l’annessa canonica, ampliata nel XVIII secolo, in concomitanza con la chiusura della nicchia principale del tamburo, a est, ove era posto il sarcofago in porfido di Sant’Elena.
L’allestimento concretizza la musealizzazione del territorio attraverso la lettura delle testimonianze nel loro contesto di origine: i reperti provenienti dal cimitero degli
equites singulares e della sottostante catacomba illustrano infatti la progressiva cristianizzazione del suburbio.
Il monumento è stato restaurato e valorizzato come museo del suo contesto cimiteriale, con la collezione dei reperti rinvenuti negli scavi effettuati dalla Soprintendenza e cortesemente prestati dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, rinvenuti nelle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro. Grazie alla sinergia con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra il complesso monumentale è reso fruibile e aperto al pubblico in un percorso congiunto con le adiacenti catacombe.
secondo il seguente calendario:
dal lunedì alla domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00
Chiusura:
giovedì
Chiusura estiva dal 5 al 25 agosto 2024
Prenotazione
Prenotazione obbligatoria tramite email:
santimarcellinoepietro@gmail.com
indicando sempre giorno, orario, numero di persone.
Per approfondimenti
♦ https://www.santimarcellinoepietro.it/
♦ Sguardi di storia
L'Antiquarium del Mausoleo di Sant'Elena custodisce numerosi
'volti', non solo la testa femminile considerata un'ipotetica effigie di Elena, ma anche le riproduzioni dei volti che compongono la dinastia di Costantino e poi diversi personaggi raffigurati nelle decorazioni delle iscrizioni e delle lapidi sepolcrali come ad esempio, il fossore, il
marmorarius, l'
eques. Sono tanti i personaggi che popolano l'Antiquarium. Sono
'sguardi' che raccontano una storia personale inserita nella macro-storia. Il progetto
Sguardi di storia è un progetto, realizzato dalla Soprintendenza Speciale di Roma con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, per rendere
'parlanti' i protagonisti dell'Antiquarium attraverso cinque video-racconti.
Puntata 1: Il racconto di Elena