Il culto di San Primitivo è collegato alla città di Gabii sulla base di quanto riportato dalle fonti: secondo la sua passio, Primitivo ricevette infatti il martirio lungo la via Prenestina, presso Ponte di Nona o forse nella stessa città di Gabii, e successivamente il suo corpo fu gettato nelle acque del lago gabino. Nella chiesa di epoca medievale posta al XII miglio dell’antica via Prenestina, databile intorno all'XI secolo e ricordata per la prima volta nel 1030 in un documento dell’archivio di S. Prassede, è probabilmente da riconoscere anche la sede episcopale di Gabii, inizialmente collegata a un cimitero paleocristiano ancora in attesa di essere esplorato, in cui dovette essere sepolto lo stesso Primitivo.
Della chiesa - oggetto di alcune indagini da parte della Soprintendenza Speciale di Roma negli anni '90 del secolo scorso - restano oggi gran parte dei muri perimetrali e la torre campanaria, utilizzata intorno al '200 anche come torre di avvistamento. Probabilmente edificata sul sito di un più antico santuario paleocristiano dedicato al martire, la chiesa presenta attualmente una cripta divisa in due piccole navate, oggi in parte crollata, e un alzato di forma rettangolare irregolare (30x6,5 m), munito di due absidi sui lati nord-ovest e sud-est; presso quest’ultima è ancora conservato un altare, mentre i due accessi originari dovevano essere posti sui lati nord e sud.
A ovest della chiesa sono presenti infine alcuni ambienti - uno dei quali oblitera il basolato della via Prenestina forse con funzioni daziarie - probabilmente pertinenti a un monastero noto dalle fonti a partire dall’XI secolo.
Chiesa di San Primitivo, foto aerea (SSABAP Roma, University of Michigan-Kelsey Museum of Archaeology)
Riferimenti Bibliografici
-Majerini, Musco 2001: M. Majerini, S. Musco, "Gabii. Indagini archeologiche: area urbana, area della chiesa di San Primitivo e area del Santuario extraurbano orientale", in F. Filippi (a cura di), Archeologia e Giubileo. Gli interventi a Roma e nel Lazio nel Piano per il Grande Giubileo del 2000, Napoli 2001, pp. 490-499.