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Aventino, il progetto di restauro selezionato nel concorso Art Bonus 2023
Dal sacco dei Goti del 410 d.C. al restauro dei reperti.
I materiali archeologici in vetro e bronzo rinvenuti all’Aventino necessitavano di un intervento di recupero e restauro urgente. Lo strumento ideato per raccogliere i fondi necessari alla salvaguardia dei manufatti è stato l’Art Bonus. Una raccolta lampo dal momento che in pochi giorni un mecenate ha donato l’intero importo necessario alla realizzazione del restauro, pulitura, stabilizzazione, consolidamento, riposizionamento dei frammenti mediante una ipotesi ricostruttiva 3D per un importo di 8.500,00 euro.
L’intervento è nato, come hanno spiegato gli archeologi della Soprintendenza Roberto Narducci e Letizia Rustico da un recente riesame dei pezzi, restituiti dalla precedente scoperta, ponendo in evidenza un gruppo di una decina di oggetti in metallo e in vetro, che sono stati schedati e inventariati. Tra essi spiccano due elementi di un labaro, una tipologia di vexillum ad oggi non noto, che compare in alcune monete imperiali e, in maniera più riconoscibile, nel dittico eburneo di Aosta del 406 d.C. con la raffigurazione dell’imperatore Onorio. Un’insegna militare che rappresenta dunque un unicum e che merita, pertanto, di essere conosciuta, apprezzata e valorizzata, dopo l’indispensabile pulitura, anche attraverso un tentativo di ricostruzione tridimensionale, grazie ad un’acquisizione digitale di quanto rimane. Una decina di elementi in vetro bianco e blu, non assemblabili tra loro, appartengono a una lampada anch’essa rara e di grande effetto; il pessimo stato di conservazione dei frammenti deformati dall’incendio consente, tuttavia, dopo il necessario consolidamento conservativo, solo una ricostruzione grafica dell’oggetto, per motivi di studio. L’incendio sarebbe riconducibile all’episodio del sacco dei Goti del 410 d.C. che le fonti riportano come particolarmente distruttivo sul colle Aventino, mentre i numerosi elementi di chiusura come chiavi, chiavistelli, lucchetti e catene sembrano riferibili alla presenza nel sito di casse blindate che dovevano contenere oggetti preziosi e simbolici, presi di mira dai seguaci di Alarico..
Per votare il progetto, entro il 21 febbraio cliccare qui
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