Edifici, strutture, reperti risalenti ad un periodo esteso dal II secolo fino all’età moderna: lo scavo di archeologia pubblica
Appia Regina Viarum è un grande progetto della
Soprintendenza Speciale di Roma che ha concentrato l’attenzione sull’area di fronte alle
Terme di Caracalla. Nel corso dei mesi, da luglio fino agli inizi del 2023, i ricercatori e gli archeologi della Soprintendenza Speciale e dell’
Università di Roma Tre hanno dovuto fronteggiare non poche difficoltà, a cominciare dalla massiccia risalita d’acqua. I risultati dello scavo hanno dato la possibilità di leggere a ritroso la storia di quest’area in connessione con le origini di Roma.
«Oggi presentiamo uno scavo di ricerca, finalizzato non solo a trovare importanti resti e reperti – spiega Daniela Porro Soprintendente Speciale di Roma –.
Lo scopo, coordinato con la candidatura dell’Appia come patrimonio dell’umanità, è acquisire più informazioni possibile sull’area dove sorgeva una delle strade più importanti dell’antica Roma in un programma di interventi e iniziative per valorizzare le Terme di Caracalla e il loro contesto. Fondamentale è che la Soprintendenza continui a svolgere attività scientifica, come in questo caso collaborando con l’Università Roma 3, e utilizzando proficuamente fondi europei».
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Le strutture più antiche – spiega Mirella Serlorenzi direttore scientifico dell’indagine –.
risalgono all’età adrianea, arrivano a quella severiana, e distano dalle tabernæ davanti alle Terme circa 30 metri che corrisponderebbero a 100 piedi romani, ovvero la larghezza della via Nova severiana come riportata dalla Forma Urbis. La stratigrafia ha soprattutto restituito le continue trasformazioni di strutture di età imperiale, con la sovrapposizione nel tempo di attività produttive o abitative. La quantità di informazioni e di materiali rinvenuti, come la moneta quadrata papale, l’anello con monogramma, un’incisione benaugurante trovata sotto a una colonna, fornisce un quadro di un’area viva e frequentata fino all’alto medioevo, periodo di cui a Roma si hanno scarse testimonianze. Emerge così la trasformazione dell’Urbs imperiale nella Roma cristiana medioevale decisiva nella storia della città».
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L'obiettivo primario del progetto era comprendere la viabilità dell’Appia, un nodo strategico dell’antica Roma, di cui probabilmente è stata rinvenuta una traccia medioevale. Ma fin da ora – spiega Riccardo Santangeli Valenzani docente di Archeologia Medievale di Roma 3 -
i ritrovamenti sono da mettere in relazione con le istituzioni presenti nell’area di cui ci parlano le fonti, come la Basilica di Santa Balbina, la Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo, l’antico titulus Fasciolæ e uno xenodochio, cioè un ente destinato all’accoglienza dei pellegrini, citato dalle fonti alla fine del VI secolo sulla Via Nova severiana».
Lo scavo di archeologia pubblica di viale delle Terme di Caracalla è stato soprattutto un esperimento culturale a tutto tondo con il coinvolgimento dei cittadini. Il cantiere è stato raccontato, passo dopo passo, attraverso i canali social ma anche dal vivo con le visite guidate per tutti, dai bambini agli studenti per arrivare agli appassionati di archeologia. Un’occasione per svelare il mestiere dell’archeologo e condividere con la città la ricerca e la storia.