Prosegue il percorso di approfondimento sul mondo dell’istruzione presso i romani. Dopo aver visto da vicino la scuola primaria e quella secondaria, siamo pronti a conoscere il corrispettivo di una sorta di istituto superiore che, anche nell’antichità prevedeva un soggiorno all’estero per il perfezionamento.
Entriamo in una scuola di retorica:
il terzo ciclo di istruzione, per ragazzi tra i 16 e i 17 anni, era impartito nelle scuole di retorica (ludus rethoris) da parte del rhetor che insegnava, a chi doveva intraprendere la carriera politica o giuridica, la difficile arte del parlare con linguaggio colto e l’esprimersi con convincimento, allenando gli allievi ad effettuare monologhi (suasoriae) oppure dibattiti (controversiae). Spesso, alla conclusione del ciclo di studi, era previsto un periodo di perfezionamento all’estero presso le rinomate scuole filosofiche e scientifiche di Atene, Alessandria d’Egitto, Rodi o Pergamo.
A questo ultimo ciclo di studi accedevano quasi esclusivamente i figli degli aristocratici che erano poi avviati alla vita pubblica. Di conseguenza, il
rhetor, nel mondo dell’istruzione, occupava il vertice della rispettabilità e del guadagno, un posto nettamente più elevato di quello dei suoi collegi dei primi due gradi, il
paedagogus e il
grammaticus. Quintiliano, retore di grandissimo prestigio, fu il primo maestro di retorica stipendiato dallo Stato: l’incarico, conferitogli da Vespasiano nel I secolo d.C., era retribuito con un salario annuo di 100.000 sesterzi. Per venti anni, come dice egli stesso nella sua opera più famosa, l’
Institutio Oratoria, attese all'insegnamento, senza trascurare la sua attività come oratore giudiziario, anzi acquistando anche in questa molta fama, tanto che Marziale (II, 90, 1) lo definisce “insigne modello per l’inquieta gioventù e gloria della romana toga”.
L’apporto originale dei romani nel campo dell’istruzione superiore fu costituito dalla fondazione di scuole di diritto e dallo studio sistematico della teoria giuridica. Tra i primi esempi di organismi edilizi ideati e realizzati per l’istruzione si può ricordare l’
Athenaeum, voluto da Adriano: era una “scuola per arti liberali” ma anche luogo di formazione e di apprendimento, una sorta di Università che deve aver accolto la cattedra di sofistica greca e di retorica latina, i cui docenti erano nominati dall’Imperatore e stipendiati tramite il Fisco imperiale.
Tre ambienti, identificati con gli
Auditoria (aule) dell’
Athenaeum di Adriano furono rinvenuti nel 2007 a piazza Madonna di Loreto grazie alle indagini condotte dalla allora Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (SSBAR) in sinergia con Roma Metropolitane per la costruzione della Linea C. Le aule erano disposte in modo radiale e decorate con marmi pregiati, avevano una serie di ampie e basse gradinate lungo i due lati su cui erano disposti sedili mobili di legno (
subsellia) da cui ascoltare recitazioni di testi declamati da oratori o retori. I resti dell’Athenaeum sono tuttora visibili in Piazza Venezia, vicino al Foro di Traiano, al quale l’edificio era strettamente collegato.
Per saperne di più sull’
Athenaeum di Adriano:
https://bollettinodiarcheologiaonline.beniculturali.it/numero-2-3-4-2013-anno-iv/