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10/05/2020
La didattica a distanza... di secoli - Edizione speciale Festa della mamma
 
Nel giorno della festa della mamma, il Servizio Educativo della Soprintendenza vuole rendere omaggio alle tante madri (non ce ne vogliano i padri!) che, in questo difficile periodo, hanno dovuto affrontare un nuovo e gravoso impegno: la didattica a distanza.
Oggi vogliamo raccontare la storia di una donna famosissima che nell’antichità romana è stata identificata come la madre per eccellenza per un motivo in particolare: perché ebbe cura principalmente dell’educazione culturale dei propri figli. Stiamo parlando di Cornelia, la madre dei Gracchi, vissuta nel II secolo a.C.
Figlia di Scipione l’Africano, il vincitore di Annibale, era cresciuta in un ambiente colto e stimolante che aveva fatto di lei una donna di cultura straordinaria. Andò in sposa a Tiberio Sempronio Gracco e, quando rimase vedova, rifiutò un secondo matrimonio addirittura con il re d'Egitto, Tolomeo VIII Evergete, per potersi dedicare completamente all'educazione dei figli, Tiberio e Caio Gracco, e seguirne la carriera politica. Li fece educare dai migliori maestri greci ma anche lei stessa provvide alla loro istruzione: Cicerone (Brutus 211) scrive che sentiva il puro latino di Cornelia nella lingua parlata dai figli.
Valerio Massimo, nella sua opera Factorum et Dictorum Memorabilium (IV,4), racconta un famosissimo aneddoto che ha per protagonista Cornelia: in risposta a una matrona campana che le mostrava orgogliosa i suoi gioielli, simbolo di status economico e sociale, ella rispose indicando i suoi figli e dicendo: “questi sono i miei gioielli”.
Cornelia rimase costantemente al fianco dei figli, supportandoli nel loro intenso e delicato programma di riforme rivolto a sostenere i cittadini romani più poveri. Sopravvisse ad entrambi, uccisi brutalmente per intrighi di potere, quindi si ritirò presso Capo Miseno, dove visse circondata da amici e da letterati. Plutarco (Vita di Tiberio e Gracco, XL, 4) narra che ella “raccontava a chi glielo chiedeva le sventure e le imprese dei figli, ricordandoli senza manifestazioni di dolore e senza lacrime, come se si trattasse di personaggi delle età antiche”.
Divenne l’esempio di madre e matrona romana ideale, tanto che le fu eretta già in vita una statua di cui fanno menzione sia Plinio (Nat. Hist. XXXIV, 31) che Plutarco (Ti. et C. Gr., XXV, 4). Nel 1878 venne scoperta presso la chiesa di Sant’Angelo in Pescheria, dove sorgeva la Porticus Octaviae, una base di statua di forma rettangolare, probabilmente di età augustea, che riporta al centro un’iscrizione: Cornelia Africani F. Gracchorum ("Cornelia, figlia dell'Africano, madre dei Gracchi").
 
Nelle foto: Philipp Friedrich Hetsch, "Cornelia, madre dei Gracchi", 1794, Staatsgalerie, Stoccarda.
Base di statua, Musei Capitolini (CIL VI 31610).
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