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19/12/2023
Architettare la meraviglia, i volti ritrovati di Pietro da Cortona nella cupola della Chiesa Nuova


Imponente, ad alta quota, capace di creare un dialogo inimmaginabile con opere d'arte che hanno segnato lo stile architettonico e artistico del Barocco. 
Sono le caratteristiche dell’intervento di restauro appena concluso nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, detta anche Chiesa Nuova, a Roma, presentato questa mattina durante una cerimonia alla quale sono intervenuti il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Soprintendente Speciale Daniela Porro e il Preposito della Congregazione Oratoriana Padre Rocco Camillò.
All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il cardinale Giovanni Battista Re e il Capo del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, Prefetto Laura Lega.
La cerimonia è stata preceduta da una visita dei Ministri Piantedosi e Sangiuliano al cantiere dove sono state realizzate le attività di restaturo.

“Siamo orgogliosi dell’impegno e della passione che funzionari delle Soprintendenze e del Fondo edifici di culto del Viminale pongono nel preservare e tutelare beni dall’immenso valore storico ed artistico. E il restauro della cupola di Santa Maria in Vallicella, con lo splendido dipinto di Pietro da Cortona, curato dalla Soprintendenza Speciale con il finanziamento del Ministero dell’Interno, ne è la piena testimonianza. Proseguiremo lungo questa strada per conservare, valorizzare e fare scoprire ai cittadini un patrimonio inestimabile costituito dagli edifici di culto di proprietà dello Stato e dalle opere d'arte che vi sono custodite”, ha sottolineato il Ministro Piantedosi.




“Il patrimonio religioso è parte del patrimonio identitario della Nazione -  ha affermato il Ministro Sangiuliano - ed è nostro dovere prendercene cura. Siamo impegnati in tanti interventi che prevedono il restauro e la valorizzazione di abbazie, monasteri e chiese. Il filosofo Benedetto Croce spiega bene nel saggio ‘Perché non possiamo non dirci cristiani' la connessione storica tra la Nazione italiana e il suo essere cristiana”.



Il laboratorio di restauro, realizzato con fondi ordinari del FEC, è stato curato dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, ed è stato allestito ad oltre 40 metri di altezza consentendo al pool di specialisti, coordinato dall'architetto Alessandra Fassio, di entrare in diretta connessione con gli affreschi e gli stucchi della cupola, straordinaria, ideata da Pietro da Cortona. 
“L'importante intervento di restauro - ha dichiarato il Soprintendente Speciale Daniela Porro - testimonia in modo esemplare l'azione volta alla conservazione di una storia che appartiene a tutti e che continua a destare meraviglia. In questi anni, al fianco del Fondo Edifici di Culto e con la Congregazione Oratoriana, è stato condotto un lavoro mirabile che restituisce alla collettività uno dei capolavori di Pietro da Cortona”. 



La caratteristica che ha reso unico il progetto è stata l’utilizzo di strategie a basso impatto ambientale ed ecosostenibili dal punto di vista della tecnologia utilizzata oltre ad un elevatore di servizio che ha ampliato le possibilità di salita al cantiere in totale sicurezza. Per la prima volta, dopo il precedente restauro risalente 1893, si è intervenuti sulle architetture e sugli apparati decorativi. 



Le attività di restauro sugli affreschi di Pietro da Cortona hanno costituito l’ultimo segmento, in ordine temporale, del progetto complessivo che ha riguardato anche i cantieri per la messa in sicurezza della volta e delle pavimentazioni della Cappella Spada, la messa in sicurezza della cappella della Presentazione, la parziale revisione delle coperture con l’installazione del sistema linea vita e la messa in sicurezza della Cupola stessa compresi i quattro pennacchi e le decorazioni a stucco. 
La fase di restauro si è conclusa con la predisposizione di un sistema di illuminazione volto alla valorizzazione del bene. In considerazione delle dimensioni del monumento e della molteplicità delle tematiche è stato necessario suddividere gli interventi per i diversi ambiti di interesse. 
La Chiesa e i locali annessi infatti evidenziavano un diffuso degrado delle superfici interne, imputabile ad infiltrazioni di acque meteoriche e umidità da risalita capillare, che hanno richiesto un accurato accertamento diagnostico per poi procedere agli aspetti operativi degli interventi realizzati con tecniche d’avanguardia.
Le attività volte al restauro e alla valorizzazione del sito proseguiranno con i nuovi fondi stanziati ex legge 160 dal FEC che riguarderanno gli interventi di consolidamento strutturale, restauro delle superfici decorate dell’abside e della volta della navata centrale, restauro delle navate laterali, realizzazione del nuovo impianto di illuminazione. Inoltre, con i fondi della programmazione ordinaria FEC si è dato seguito al consolidamento strutturale, al restauro delle superfici pittoriche e degli stucchi decorativi al ripristino delle pavimentazioni e delle fodere marmoree della navata centrale della chiesa e alla risoluzione delle problematiche infiltrative.
 
Cantieri narranti
Il restauro della Chiesa di Santa Maria in Vallicella è inserito in Cantieri narranti il progetto di interazione tra materiale e immateriale per avvicinare un pubblico di non addetti ai lavori alle attività di conservazione e di tutela del patrimonio storico-artistico e architettonico della città eterna. Cantieri narranti è uno strumento di conoscenza rivolto ai visitatori, ai curiosi, ai passanti che attraversano le strade della città e si avvicinano ai luoghi di culto, ai monumenti, alle strade consentendo loro di immergersi negli spazi del restauro e dei grandi cantieri realizzati all’interno delle aree monumentali. I restauri diventano un luogo di partecipazione e di confronto tra le professionalità attive nel processo di recupero e di tutela e le persone comuni. Tanti sono i cantieri aperti, nel vero senso della parola, all’interno delle chiese, delle basiliche, la Soprintendenza ha attivato diversi interventi di restauro in situ. Le grandi opere d’arte non vengono trasferite negli appositi laboratori ma sono le chiese stesse a diventare spazi dell’intervento. In altri casi, sono cantieri spettacolari, ad alta quota, imponenti, con impalcature che raggiungono i 40 metri di altezza e si tratta di operazioni concentrate sui grandi capolavori del Barocco romano. Raccontare il restauro e focalizzare i punti di interesse è il fulcro del progetto Cantieri narranti che si articola utilizzando la tecnologia e sviluppando uno storytelling legato alle professionalità che intervengono sul cantiere. Restauratori, architetti, storici dell’arte, maestranze saranno i protagonisti di un racconto del cantiere che si svela davanti agli sguardi dei visitatori. Il progetto è ideato dall’Ufficio di Promozione culturale di cui è responsabile Alessandra Fassio, composto da Fulvia Polinari, Paola Caramadre, segreteria: Cinzia Colantoni, collaboratori: Alessio Carlino, Cultural Agency: Open Future Projects, Produzione video: Reverse Parrot
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