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Ipogeo degli Ottavi
 
Al numero 73 di via della Stazione di Ottavia, sotto il Villino Cardani, si conserva l’Ipogeo degli Ottavi, scoperto intorno al 1920, durante l’edificazione della periferia attorno al chilometro 9 della via Trionfale: il nuovo quartiere fu chiamato Ottavia in memoria dei personaggi di cui erano state rinvenute le sepolture all’interno dell’Ipogeo e i cui nomi erano incisi sui rispettivi sarcofagi: Octavia Paulina, suo padre Octavius Felix, ed altre due congiunte.
L’ipogeo fu costruito intorno all'inizio del III sec. d.C., asservito ad alcune ville rustiche del circondario, caratterizzato da una monumentalità che si addiceva alla posizione sociale del proprietario. La stanza sepolcrale era preceduta da un vestibolo affrescato con motivi geometrici, a cui era collegato un lungo dromos (corridoio) d’accesso scavato nel tufo, di cui si conserva ancora il pavimento in mattoncini ad opus spicatum.
 
Foto: Simona Sansonetti / SSABAP

Contrariamente alle aspettative di Octavius, che sicuramente pensava di seppellire i familiari in ordine di anzianità, l’ipogeo accolse per prima la sua “dolcissima” e “carissima” figlioletta, tanto che la decorazione interna della tomba era un vero e proprio inno alla bimba, morta a soli sei anni. Octavia Paulina fu deposta nella nicchia in asse con l’ingresso, in un sarcofago con la cassa decorata da scene di competizioni agonistiche fra bambini.
Al mondo infantile è ispirato anche l’affresco dell’arcosolio, conservato oggi al Museo Nazionale Romano, su cui campeggia uno scorcio dei Campi Elisi popolato da bimbi intenti a giocare e a cogliere rose gigantesche, al cospetto di Ermes (accompagnatore delle anime nell'oltretomba); il motivo delle rose ricorre anche sulla parte alta delle pareti, a cui si contrappongono, inferiormente, la zoccolatura dipinta a finto marmo ed il mosaico pavimentale bianco, circoscritto da una doppia banda nera.

Altre due spoglie femminili furono accolte nelle nicchie laterali, entro raffinati sarcofagi decorati con scene marine: un’allusione al viaggio verso l’aldilà. Octavius Felix fu sepolto al centro della stanza ipogea, in un semplice sarcofago strigliato con tabella che riporta il suo nome e quello del liberto che pietosamente si occupò dell’inumazione. Si tratta dell’unico sarcofago ancora conservato nell’ipogeo; quello di Paolina si trova oggi a Milano, in una collezione privata; uno dei due sarcofagi con scene marine è al Museo Nazionale Romano Terme di Diocleziano, mentre l’altro si trova in un corridoio presso il Ministero dell'Istruzione.

Informazioni utili

Dove siamo
Roma, via della Stazione di Ottavia, 73 

Come arrivare
Treno FL3 stazione Ottavia

Calendario di aperture
Le visite sono temporaneamente sospese

Per approfondimenti




Responsabile
Dottoressa Roberta Pardi
Soprintendenza Speciale Archeologia
Belle Arti e Paesaggio di Roma

Piazza dei Cinquecento, 67 - Roma

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