In Ucraina. Irpin’, storie di guerra e di resilienza è il titolo della mostra fotografica allestita presso il
Drugstore Museum aperta al pubblico da sabato 24 febbraio e prorogata fino al 26 maggio 2024. Il progetto, a cura del Soprintendente Speciale
Daniela Porro, del direttore del Drugstore Museum
Alessio De Cristofaro e dell’archeologo e poeta
Marcello Tagliente, si sviluppa in sei storie narrate da altrettante sequenze fotografiche, che offrono uno spaccato empatico della vita dei civili in guerra.
Attraverso l’obiettivo di
Simone Proietti Marcellini e
Antonio Romano di
Gaze Collective, il visitatore potrà virtualmente entrare nelle case, o in quello che ne resta, per incontrare
Tatyana, Oleksander, Oksana, Lyudmila, Inna, Svitlana, cittadini di
Irpin’ nella loro quotidianità.
Il percorso espositivo è introdotto da una fotografia di
Massimo Listri, considerato il maestro della fotografia d'architettura e d'ambienti, che recentemente ha realizzato un personale viaggio a
Kyiv da cui è scaturito un racconto per immagini di grande suggestione incentrato sul patrimonio storico-artistico della città a rischio nelle dinamiche del conflitto. Per la mostra
In Ucraina. Irpin’, storie di guerra e di resilienza il maestro Listri ha concesso l’esposizione della fotografia
Il palazzo presidenziale di Kyiv che segnerà una simbolica tappa iniziale dello spazio espositivo dedicato al reportage realizzato da Simone Proietti Marcellini e Antonio Romano di Gaze Collective.
«In tempi così oscuri come quelli che stiamo vivendo, – secondo Daniela Porro Soprintendente Speciale di Roma –
la mostra fotografica dedicata all’Ucraina e agli ucraini che stanno ancora vivendo la guerra, rappresenta la volontà da parte della Soprintendenza Speciale di Roma di accendere un riflettore sugli orrori quotidiani del conflitto. Il Drugstore Museum diventa il luogo ideale dove poter esporre queste fotografie: uno spazio dove l’antico e il contemporaneo sono in continuo dialogo, un museo aperto alla cittadinanza e alla contaminazione tra le arti».
La data di inaugurazione della mostra non è casuale: la notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022 ha avuto inizio l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. I media internazionali hanno raccontato quello che stava, e sta ancora, accadendo in quella regione dell’Europa concentrando l’attenzione su trattative internazionali, strategie militari, armamenti, distruzioni, mediazioni diplomatiche. La mostra fotografica al Drugstore Museum vuole invece focalizzare l’obiettivo sulle storie delle persone che vivono nella guerra: storie umane, storie di paure, perdite, ricongiungimenti, ma anche di speranze e di resilienza.
«Questa mostra, - ha spiegato Alessio De Cristofaro –
si inserisce nel solco delle attività di un circuito museale di prossimità che recepisce e fa propri gli enunciati della Convenzione di Faro, con l’obiettivo di informare e costruire spazi di dibattito con i cittadini sui mali della guerra tra Russia e Ucraina e di ogni guerra, dando voce ai protagonisti di tante microstorie fatte di dolore, separazioni, resilienza. Una mostra che invita a non dimenticare quanto ogni giorno accade nella nostra Europa»
I fotografi del Gaze Collective hanno documentato a
Irpin’, una delle città colpite dalla furia bellica all’inizio del conflitto, le vicende di alcuni cittadini che hanno raccontato come si vive sotto le bombe e tra le macerie, di quell’indicibile sensazione che deriva dallo scoprirsi vivi dopo ogni bombardamento e di quella forza indistruttibile che spinge uomini, donne, bambini a voler tornare a casa, a voler ricominciare, nonostante la guerra, nella propria città e nella propria casa.
Nell’esposizione saranno presenti anche fotografie stampate in grandi dimensioni che rappresentano gli effetti della guerra sulla città, intervallate da poesie di autori ucraini contemporanei, dedicate ai valori e allo spirito della cultura ucraina, selezionate da Marcello Tagliente:
«A due anni dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina le immagini di case e chiese e ospedali distrutti dai missili russi, di anziani e di bambini costretti a muoversi, come fantasmi, tra le città distrutte in cerca di un rifugio sembrano non avere fine e sono stimmate dolorose che interrogano le nostre coscienze. Chi ha ucciso la pietà? E noi dove eravamo? E ora dove siamo?
Le foto scattate da Gaze Collective ad Irpin’, dal forte impatto emotivo, condiviso, in questa esposizione, con le poesie scritte in tempo di guerra da alcune tra le più importanti poete ucraine, sono straordinarie istantanee di questa tragedia e soprattutto della forza interiore di un popolo che, nel cuore dell'Europa, resiste in difesa della sua libertà e riuscirà a ricostruire il suo futuro».
La mostra sarà arricchita da incontri tematici e di approfondimento che si terranno durante i fine settimana presso il Drugstore Museum, con la collaborazione e la partecipazione dell’associazione
Ucraina CreAttiva APS e di studiosi e artisti italiani e ucraini.